PERCHÈ WOODOCLIMB?
Ho scelto di collaborare con Woodoclimb perché è un marchio che penso mi rappresenti pienamente.
Una piccola azienda nata dalla profonda passione di persone che credono nelle cose belle e semplici, con entusiasmo e tanta grinta.
Rivedo in questo marchio quello che ero io quando ho iniziato: un’enorme passione e la voglia di perfezionarsi in ogni minimo dettaglio. Dopo tutti questi anni di allenamenti, spesso noiosi e pesanti, sono davvero felice di poter contribuire nel miglioramento di questi strumenti del tutto innovativi che permettono di allenarsi nella maniera migliore e divertente possibile.
Sicuramente la cosa che più apprezzo di Woodoclimb è l’utilizzo del legno come scelta di sviluppo, un materiale che ho imparato ad apprezzare fin da piccolo nel laboratorio di scultura di mio padre.
Le sue caratteristiche di morbidezza e versatilità lo rendono eccezionale e perfetto per ogni mia sessione di allenamento perché non rovina la pelle delle dita e permette la creazione di forme ergonomiche davvero uniche. Sicuramente la scelta perfetta per il climber più esigente che come me vuole spingersi al suo vero limite!
BIOGRAFIA ALE ZENI
Sono nato nelle Dolomiti hai piedi delle Pale di San Martino da padre scultore e madre pittrice. Fin da piccolo immaginavo di poter essere anch’io un artista.. Arte.
E’sempre stata questa la parola d’ordine nella nostra famiglia, un sorta di mantra che mi spingeva a sognare e a pensare che nella vita avrei voluto creare qualcosa di nuovo, qualcosa di mio, una scultura talmente bella che sapesse stupire e regalare emozioni a coloro che ne avessero posato lo sguardo.
Ma come spesso accade, ben presto capii che quella dote non mi apparteneva, eppure una fiamma continuava a bruciare dentro di me, la sentivo, ne ero certo.
Amavo troppo la natura e la vita all’aria aperta così un giorno alzai lo sguardo e vidi le montagne.
Enormi vette si innalzavano sopra la mia testa, semplici sassi per alcuni, ma hai miei occhi da bambino apparvero come degli enormi quadri da dipingere.
Iniziai a scalare a 16 anni e mi accorsi che tutto mi veniva naturale, mi piaceva quel volteggiare per aria, sentire il vuoto sotto di me, mentre ascoltavo le sensazioni del mio corpo. Scoprii così di possedere un talento e quasi senza rendermene conto migliorai in maniera velocissima.
Affinai la mia tecnica sulla storica parete del monte Totoga e in pochi anni ripetei gran parte delle vie più difficili di Maurizio Zanolla alias Manolo.
Rimasi intrappolato dalla bellezza della scalata in placca, un lento avanzare, una ricerca interiore che richiede forza di dita, pazienza, equilibrio e sensibilità.
In poco tempo spostai la mia attenzione dalla falesia alla montagna ripetendo velocemente vie come “Solo per vecchi guerrieri” sulle Vette Feltrine (8b+ max, 7c+ obb.); “Silbergeier” nella catena del Ratikon in Svizzera (8b+; 7c obb.); “Delicatessen” in Corsica (8b max) fino alla prima salita in stile tradizionale della celebre via sul monte Totoga “il mattino dei maghi”.
La scalata non può per me essere definita semplicemente come uno sport, né solamente uno stile di vita, è anche la possibilità di creare nuove vie e di poter viaggiare con la fantasia.
Nella scalata trovai la mia arte e un motivo per spostarmi e conoscere il mondo. Quel continuo viaggiare cambiò i miei occhi e il mio modo di vedere attraverso la roccia.
Una continua rivoluzione personale che nel 2018 mi portò a chiodare e a fare la prima salita di “Energia cosmica” per la quale proposi il grado di 9a+,la via sportiva attualmente più difficile delle Dolomiti e tra le vie in placca più difficili al mondo e tutt’oggi irripetuta.
Dopo questa bella realizzazione nel 2020 riuscì anche nella prima salita della via “Cryptography” 9b, una via nata dall’unione delle parti più difficili di altri due itinerari che avevo già salito nel 2017:“Bain de Sang” 8c+/9a e “Bimba Luna” 9a/+.
All’età di 29 anni sento di poter dire che il mio percorso è tutt’altro che giunto al termine, aprire nuovi itinerari di alta difficoltà in montagna è la cosa che più mi attira e per la quale dedicherò gran parte del mio tempo in futuro per crescere ancora come alpinista e come persona, senza mai perdere quella parte di bambino che da sempre mi accompagna durante ogni mia scalata. Il viaggio continua..